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Una Bugia per Due

Un film di Rudy Milstein

Una Bugia per Due, film diretto da Rudy Milstein, racconta la storia di Louis (Vincent Dedienne), un uomo tranquillo e gentile, che passa sempre inosservato. Nessuno lo tiene mai in considerazione, non ha molti amici e perfino colleghi e familiari non si accorgono di lui.
Quando pensa di avere una grave malattia ed essere vicino alla morte, improvvisamente tutte le persone intorno a lui sembrano iniziare a notare la sua presenza e a tenerlo in considerazione. Sin da subito la sua vita si riempe di opportunità non solo personali, ma anche professionali, tant'è che lo studio legale per cui lavora gli offre addirittura di difendere una grande multinazionale da uno scandalo, un'opportunità che lo farebbe notare molto nel suo campo lavorativo. È così che Louis scopre di esistere per gli altri, ma a un caro prezzo: mentendo.

Con Vincent Dedienne Géraldine Nakache Clémence Poésy Isabelle Nanty Sam Karmann Anna Cervinka

Produzione: Francia , 2023 , 90min.

UNA BUGIA PER DUE | Trailer ufficiale | Dal 1° febbraio al cinema

Una bugia per due è una commedia sociale che non nasce dalla tensione ma, al contrario, da un'anarchia che porta a sovvertire le regole.

Il suo spirito incarna quello di Bruno, il vicino di casa di Louis interpretato proprio dal regista Rudy Milstein e, come il suo personaggio, anche il film si mostra imprevedibile soprattutto nel modo in cui usa la commedia per parlare di temi seri come la malattia, l'inquinamento e l'ingiustizia sociale.

Il primo lungometraggio del cineasta segue le emozioni di Louis. Non sono tanto i dialoghi che definiscono la sua identità, il suo disagio, il suo bisogno di essere accettato, ma ha il merito di entrare nella testa del protagonista, di creare la sensazione di avvertire i suoi pensieri prima che si trasformano in azione. Si vede soprattutto nella parte finale nella scena del processo o in quella intensa del funerale che dimostra come Una bugia per due riesce comunque a trovare, al di là di qualche forzatura grottesca (il personaggio del medico) o di eccesso visionario (i malati di cancro nella sua camera da letto), una sua autenticità e verità.

Attraverso la scissione della figura del protagonista, tra la necessità di compiacere gli altri e di essere se stesso, Milstein costruisce un film sull'apparire che riesce ad essere vivace proprio perché ha fatto - su sua stessa ammissione - improvvisare gli attori. Ogni tanto va fuori controllo ma al tempo stesso ha un'intensa umanità che sembra arrivare dal cinema di Judd Apatow e di Delépine e Kervern.

In più, ha il respiro e il ritmo della commedia sociale di Nakache e Toledano, con personaggi guidati dall'istinto, dalla rabbia proprio per un bisogno di giustizia, incarnato soprattutto da Hélène.