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Tutto in un giorno

Un film di Juan Diego Botto

Tutto in un giorno, film diretto da Juan Diego Botto, racconta le 24 ore di tre personaggi in lotta per la sopravvivenza che hanno in comune il tema drammatico dello sfratto. Storie che si intrecciano di persone comuni alle prese con problemi all’ordine del giorno ma determinanti nel corso delle loro vite.
Azucena (Penélope Cruz) è una madre di famiglia, coraggiosa ma disperata perché rischia di perdere la casa. La sua vita è una lotta quotidiana fatta di ristrettezze economiche visto che il marito è un operaio che guadagna una miseria. La banca ha deciso di toglierle la casa e lei ha 24 ore per risolvere questo dramma.
Poi c’è Teodora (Adelfa Calvo), alle prese con le scelte di vita sbagliate e i fallimenti di suo figlio. Lei lo cerca per aiutarlo ma lui si nega affranto dai suoi problemi.
E infine troviamo Rafa (Luis Tosar), un avvocato che ha come missione di aiutare realmente chi è in difficoltà senza trarne alcun vantaggio personale. Deciderà anzi di sacrificare tempo e energie dedicate alla propria famiglia per una causa sociale in cui crede profondamente. Si trova alle prese con un caso di custodia, una ragazza araba rischia di vedersi togliere la figlia e lui farà di tutto per impedirlo.
Storie di persone coraggiose che lottano nonostante le difficoltà e le ingiustizie sociali.

Con Penélope Cruz Adelfa Calvo Soto Luis Tosar Nur Al Levi Aixa Villagrán

Produzione: Spagna , 2022 , 105min.

Tutto in un giorno | Trailer Ufficiale

In Spagna, ci sono circa 40 mila sfratti all'anno, più di 100 al giorno. Sceglie di focalizzarsi su questo fenomeno l'attore Juan Diego Botto, che debutta alla regia raccontando un intreccio di storie e un incrocio di disperate solitudini.

Sceglie, in altre parole, di spostare la cinepresa verso i margini, come il titolo stesso preannuncia, verso tutte quelle persone non abbienti che lottano per sopravvivere. Persone comuni, concrete, che si scontrano con i problemi di ogni giorno, a cui viene notificata un'ingiunzione di sfratto. Hanno ventiquattrore per capire come uscirne, o almeno come protestare. È quello che fa, convinta e disperata, Azucena, madre di famiglia infuriata con la banca che reclama la sua casa e terrorizzata alla sola idea di perderla.

È sposata con un operaio argentino, interpretato dallo stesso regista Juan Diego Botto, che guadagna quattro euro l'ora e non ha la più pallida idea di come uscire da una situazione tanto drammatica. La interpreta una Penelope Cruz in stato di grazia, che ricorda a tratti il personaggio di Italia in Non ti muovere e a tratti le grandi attrici del cinema italiano di ieri, su tutte Anna Magnani con cui condivide il taglio di capelli e un'espressività convincente e a volte commovente.

La vediamo tormentarsi, scoppiare in crisi di pianto, ribellarsi, protestare, confessare con le lacrime agli occhi che è pronta ad essere cacciata, pur di non lasciare la sua casa. Vive la sua stessa condizione Teodora, nonna e madre di un ex negoziante reinventatosi operaio dopo aver avuto una serie di problemi seri con il negozio. Roso dalla vergogna e dal senso di colpa conseguente al fallimento, si rifiuta di rispondere alle molteplici chiamate di sua madre. C'è poi Rafa, interpretato dal sempre superlativo Luis Tosar, un avvocato attivista che prova ad aiutare chi ha problemi altrettanto seri, come una ragazza araba a cui minacciano di togliere la custodia della figlia. È uno di quei pochi che considera il proprio lavoro come una missione in cui gettarsi a capofitto, a discapito del tempo per la vita privata e per una moglie alle prese con una gravidanza complicata, lasciata spesso da sola.