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Triangle of sadness

Un film di Ruben Östlund

Triangle of Sadness, film diretto da Ruben Östlund, è ambientato nel mondo della moda e racconta la storia di due modelli e influencer, Carl (Harris Dickinson) e Yaya (Charlbi Dean), che stanno meditando di dare l'addio alle passerelle.
Nonostante la loro giovane età, il tempo inizia a mostrare i primi segni del suo passaggio e nello stressante mondo del fashion le rughe non sono viste di buon occhio. È così che Carl e Yaya si ritrovano di fronte a un bivio: abbandonare o resistere?

Dopo l'ultima Fashion Week, i due vengono invitati su un yatch per una crociera di lusso. Mentre l'equipaggio si occupa di ogni piccolo bisogno degli ospiti, il capitano (Woody Harrelson) si rifiuta di uscire dalla sua cabina, mentre la famosa cena di gala si avvicina. Di colpo gli avvenimenti prendono una svolta inattesa, i rapporti di forza s'invertono e si scatena una tempesta che rischia di mettere seriamente in pericolo il confort dei passeggeri...

Con Harris Dickinson Charlbi Dean Woody Harrelson Zlatko Buric

Produzione: Svezia , 2022 , 149min.

TRIANGLE OF SADNESS - Official Trailer - In Theaters October 7

Ostlund ama indubbiamente mettere il dito nella piaga ma ancora di più ama osservare la piaga da una prospettiva originale, spesso contraria al comune senso di marcia.

La sequenza iniziale del film, con la sfilata di modelli uomini interrogati sui loro diritti calpestati (guadagnano un terzo delle colleghe femmine) inaugura subito un gioco di ribaltamenti che continuerà con l'imposizione da parte della miliardaria russa di un bagno in mare a tutta l'equipaggio della nave e approderà definitivamente in superficie con l'episodio finale sull'isola e la presa del potere da parte di chi, nel mondo pre naufragio, era ultima fra gli ultimi.

Ma ciò che rende speciale questo approccio è l'aggiunta dell'umorismo: il fatto che, in quel prologo da antologia, ci sia l'inquadratura del cane, e che il pomeriggio "libero" dell'equipaggio preveda la discesa sullo scivolo, e che sull'isola appaia il sottomarino dell'amore. Si ride moltissimo, infatti, in Triangle of Sadness, mentre va in scena, in maniera spettacolarmente orribile, la fine della civiltà occidentale. E si ride senza dimenticare che lo si sta facendo a partire da una questione seria (come dimostrano le sue conseguenze drammatizzate), perché è a questo scomodo miscuglio che il regista mira.

Per quanto le immagini abbiano un ruolo centrale nella sua opera, e il suo guardare con lenti senza filtro il comportamento umano sia spesso il motore della sua indagine cinematografica, Ostlund è anche un regista di parole: il linguaggio è causa ed effetto della sua graffiante ironia (basti pensare a Woody Harrelson, capitano marxista di una nave abitata solo da ultra ricchi, che propone le sue riflessioni politiche al microfono di bordo nella notte dell'apocalisse) ed è proprio a partire da un tabù del linguaggio, per cui sarebbe poco educato parlare di soldi, che hanno inizio, a cascata, le sarcastiche argomentazioni di questo assurdo postulato (dall'oligarca che si è arricchito col letame al vomito indotto dalla combinazione di Champagne e "forza maggiore").