
Takara – La notte che ho nuotato
Un film di Kohei Igarashi
Takara - La Notte che ho nuotato, il film diretto da Damien Manivel e Kohei Igarashi, è l’avventura, tra piccole e grandi difficoltà, di un bambino che vuole ritrovare il suo papà tra le nevi di un Giappone inedito. Tra le montagne innevate del Giappone, ogni notte, un pescatore si reca al mercato del pesce del suo paese. Una notte, il suo figlioletto di 6 anni, Takara, viene svegliato dai suoi rumori, e non riesce proprio a rimettersi a dormire. Mentre il resto della famiglia dorme, il piccolo fa un disegno per quel papà che vede così poco, e lo mette nel suo zainetto. La mattina, ancora assonnato, perde la strada per la scuola: un’occasione per vivere una piccola avventura, e forse per consegnare quel disegno...
Con Takara Kogawa
Produzione: Francia Giappone , 2019 , 79min.
Racconto incantevole e minimale di affetti e avventura, tra Chaplin e l'illustrazione per bambini.
Tra l'essenzialità di Chaplin e il rigore di una storia illustrata per bambini, un attore bambino non professionista calamita l'attenzione con una semplice successione di azioni banali: il cinema puro è in azione, mentre il piccolo si muove tra spazi domestici, strade ghiacciate, una piccola stazione ferroviaria, un centro commerciale, un parcheggio. Contempliamo con lui il silenzio notturno e lo stupore durante una nevicata, il senso di libertà mentre si aggira, senza mai interagire con nessuno, per le strade bianche alla ricerca di un contatto con il padre, il cui ritmo di vita è opposto al proprio.
Firmato a quattro mani dal francese Damien Manivel (classe 1981, già autore di Un jeune poète, menzione speciale nel 2014 a Locarno, e di Le parc, nella sezione Onde al Torino Film Festival 2016) e dal giapponese Kihei Igarashi (1983), a Locarno anche lui con Hold Your Breath Like a Lover nel 2014. Con La nuit où j'ai nagé ("la notte in cui ho nuotato"), a Venezia 74 in Orizzonti accostano mirabilmente due mondi opposti e ci fanno precipitare nell'immaginazione di un bambino di sei anni per rappresentare l'amore a distanza tra padre e figlio. Speriamo di risentire presto parlare di questa coppia dal tocco molto lieve, con idee di regia semplici, come la scelta della Primavera di Vivaldi, ma molto efficaci.



