
Francesca e Giovanni
Un film di Simona Izzo
Francesca e Giovanni - Una storia d'amore e di mafia, il film diretto da Simona Izzo e Ricky Tognazzi, racconta la storia d'amore tra Francesca Morvillo (Ester Pantano), la prima magistrato donna in Italia a essere vittima di un attentato, e Giovanni Falcone (Primo Reggiani), il suo secondo marito.
La storia inizia nel 1979. Palermo è scossa da una lunga scia di attentati mafiosi. Francesca Morvillo, sostituto procuratore al tribunale dei minori, conduce una vita serena accanto al marito Giuseppe, mentre affronta ogni giorno la realtà difficile della sua città. Viene incaricata di seguire un caso di parricidio: Dino, quindicenne cresciuto in un contesto di criminalità, ha ucciso il padre davanti alla madre. Di fronte all'omertà della donna, disposta a proteggere l'onore familiare anche a costo di perdere il figlio, Francesca resta ferma nei suoi valori. Si oppone a un sistema giudiziario rigido e repressivo, che mira a punire i giovani piuttosto che offrirgli una possibilità di cambiamento. Quando la sua carriera sembra attraversare una fase difficile, l'incontro con Giovanni Falcone segna una svolta decisiva. Tra loro nasce un legame profondo, fondato su ideali comuni e una visione condivisa della giustizia. Il loro amore cresce insieme all'impegno professionale, ma le pressioni esterne e il peso della loro missione iniziano a incrinare la vita privata.
Il trasferimento di Falcone a Roma, seguito dal rientro a Palermo per una vacanza che non arriverà mai. Il tragico giorno di maggio 1992 segna la fine della loro lotta, con l'esplosione a Capaci.
Con Ester Pantano Primo Reggiani Alessandra Carrillo
Produzione: Italia , 2025 , 110min.
Con un approccio intimo ma profondamente consapevole del contesto storico-politico, Ricky Tognazzi e Simona Izzo ci consegnano in "Francesca e Giovanni" un ritratto della sostituta procuratore Francesca Morvillo e del giudice istruttore Giovanni Falcone che va oltre la cronaca giudiziaria. Palermo, 1979: l'arresto di un ex alunno per parricidio incrina la visione di Morvillo, una donna il cui sguardo verso i giovani detenuti è improntato al recupero sociale. Il suo matrimonio è in bilico quando il destino le fa incontrare Falcone, un magistrato reduce da un fallimento matrimoniale. L'attrazione tra loro è immediata, un connubio di affinità personali e di una condivisa etica della giustizia, radicata nel rispetto per la dignità umana.
La regia di Tognazzi e Izzo, che firmano anche la sceneggiatura, si concentra sulla sfera privata dei protagonisti, come suggerisce il titolo stesso, ma non smarrisce mai la risonanza pubblica e politica della loro vicenda. È una scelta narrativa che riconosce come il loro impegno professionale e la loro integrità abbiano plasmato le loro vite e, tragicamente, li abbiano condotti al sacrificio nella strage di Capaci. Il film si propone, implicitamente, come un monito e un'occasione per (ri)affermare il peso storico di queste figure per l'Italia.
Sebbene la confezione possa apparire più adatta al piccolo schermo, i registi dimostrano mestiere, evitando una didascalicità sterile. L'intento educativo, in linea con la sensibilità di Francesca Morvillo, traspare nel modo in cui vengono tratteggiate le figure che orbitano attorno alla coppia, da Rocco Chinnici a Paolo Borsellino. Questi personaggi si muovono in un equilibrio delicato tra la precisione del racconto storico e una pennellata quasi artistica, evocando, in parte, l'atmosfera della serie dedicata al commissario Montalbano.
La pellicola trae ispirazione dal libro di Felice Cavallaro, "Francesca. Storia di un amore in tempo di guerra", ma Tognazzi e Izzo riescono a trasfigurare la saggistica in una narrazione filmica solida, pur senza guizzi autoriali dirompenti. Il vero punto di forza del film risiede nell'interpretazione intensa e sfaccettata di Ester Pantano nel ruolo di Francesca Morvillo. L'attrice, già apprezzata in diverse produzioni italiane, incarna con profondità la complessità del personaggio, rivelando una maturità espressiva che la proietta verso il grande cinema. Accanto a lei, Primo Reggiani offre un Giovanni Falcone rigoroso e credibile, ma è indubbio che la Pantano domini la scena, restituendo finalmente la centralità a una figura femminile spesso oscurata dalla prepotente narrazione maschile. In questo, si avverte chiaramente la sensibilità di Simona Izzo nel valorizzare la forza e la determinazione di Francesca Morvillo, una donna che ha lasciato un segno indelebile nella storia del nostro Paese al fianco del suo compagno.



