
Noi e loro
Un film di Delphine Coulin Muriel Coulin
Noi e loro, il film diretto da Delphine e Muriel Coulin, racconta la storia di Pierre (Vincent Lindon), ferroviere cinquantenne che ha cresciuto i due figli da solo.
Louis e Fus sono molto diversi tra loro. Louis è il minore, ama studiare e dopo il diploma parte per frequentare la Sorbona di Parigi. Fus invece, non ha mai avuto grandi risultati a scuola ed è sempre stato affascinato dalla violenza e dal potere. Questa sua indole lo ha portato ad unirsi a gruppi di estrema destra, andando contro i valori di suo padre.
Il ragazzo tende a chiudersi in se stesso e tra lui e Pierre si crea una distanza che con il tempo si trasforma in conflitto e incomprensione.
Con Vincent Lindon Sophie Guillemin Benjamin Voisin Stefan Crepon Édouard Sulpice
Produzione: Francia , 2024 , 110min.
Nel cuore di una Francia operaia e provinciale, segnata da trasformazioni silenziose ma profonde, le sorelle Delphine e Muriel Coulin ambientano il loro ultimo lavoro, un dramma familiare teso e attuale che scava nelle fratture ideologiche della contemporaneità. Al centro della narrazione troviamo Pierre, un ferroviere sulla cinquantina interpretato da un Vincent Lindon ancora una volta impeccabile nel dare corpo alle inquietudini del presente. Rimasto vedovo, Pierre cresce da solo i due figli maschi: Louis, pronto a spiccare il volo verso gli studi universitari a Parigi, e Fus, operaio metalmeccanico con la passione per il calcio, pericolosamente attratto dalle sirene dell'estrema destra.
È proprio questo scivolamento di Fus verso un'ideologia radicale, fatta di slogan rabbiosi e azioni violente, a costituire il nucleo pulsante del conflitto. Pierre, uomo dai saldi ideali democratici e progressisti, si scontra con l'incomprensione e l'ostilità crescente del figlio, scoprendosi dolorosamente impotente. Lindon incarna magnificamente questa figura paterna, combattuta tra l'amore filiale e il rigetto netto di un pensiero che percepisce come tossico e divisivo. La sua performance trasmette tutta la fatica e la frustrazione di un genitore che vede aprirsi una voragine apparentemente incolmabile con il proprio sangue.
Le registe Coulin, autrici anche della sceneggiatura, gestiscono la materia con notevole sensibilità. Pur essendo un film popolato quasi esclusivamente da figure maschili, l'assenza della madre/moglie aleggia come presenza fantasmatica, un vuoto che forse contribuisce alle difficoltà comunicative e alle derive emotive dei protagonisti. Questa scelta sottolinea come il racconto si concentri sulle dinamiche maschili in un contesto di crisi affettiva e sociale.
Visivamente, il film trova una metafora potente nel lavoro di Pierre. Le immagini notturne del ferroviere che avanza sui binari, torcia in mano, simboleggiano il tentativo paterno di tracciare una via sicura ("i binari") per i figli, illuminando con la fiamma dei propri ideali un "buio ideologico" che minaccia di inghiottire Fus. Ma i binari possono anche portare a deragliamenti, e il percorso scelto dal figlio maggiore rappresenta proprio questa deviazione dolorosa e imprevista.
Il film eccelle nel dipingere l'erosione del dialogo, la trasformazione dell'avversario politico in nemico da abbattere, persino all'interno dei legami più stretti. Si esplora la tragica complessità di un rapporto in cui l'affetto, seppur confuso e soffocato, non scompare del tutto, rendendo lo scontro ancora più lacerante. In questo quadro, la figura di Louis, il fratello minore, non è mero contorno ma viene cesellata con cura: è un punto di equilibrio precario, testimone sensibile delle tensioni tra padre e fratello, figura che incarna la difficoltà di mediare tra mondi che si allontanano.
Confermando una tradizione consolidata del cinema francese, le sorelle Coulin affrontano tematiche sociali scottanti – la radicalizzazione giovanile, lo scontro generazionale, la crisi dei valori tradizionali – con uno sguardo partecipe ma lucido, ancorato alla verosimiglianza dei personaggi e delle situazioni. Il risultato è un'opera che rifugge tanto dal pamphlet dimostrativo quanto dal melodramma caricato, offrendo invece una lucida analisi delle tensioni che attraversano la società contemporanea, filtrate attraverso il microcosmo di una famiglia ferita. Un film necessario, che interroga senza facili risposte.



