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Generazione Low Cost

Un film di Julie Lecoustre Emmanuel Marre

Generazione low cost, film diretto da Julie Lecoustre e Emmanuel Marre, racconta la storia di Cassandre (Adèle Exarchopoulos), una giovane assistente di volo che lavora per una compagnia aerea low cost. Nota su Tinder con il soprannome "Carpe Diem", Cassandre ama vivere alla giornata, senza preoccuparsi troppo, e ancora di più adora divertirsi. Peccato che questa sua vita in apparenza piena, impegnata e frenetica, non sia altro che un'esistenza vuota e priva di ogni singolo legame, che la costringe a spostarsi di continuo senza mai restare troppo tempo in un posto. Mentre vende articoli durante i voli, Cassandre sogna di poter lavorare un giorno per una compagnia più importante e di livello superiore, ma nel frattempo non arretra di un passo e continua a vivere la sua caotica routine.
Un giorno, però, la ragazza perde il volo e per la prima volta si ritrova ferma in un posto più a lungo di quanto abbia mai fatto negli ultimi anni. Questo imprevisto la mette di fronte al mondo, quello dove lei non ha costruito legami, alle sue origini e a un evento passato, che non ha mai superato.

Con Adèle Exarchopoulos Mara Taquin Alexandre Perrier Arthur Egloff

Produzione: Belgio , 2021 , 110min.

GENERAZIONE LOW COST | Trailer Italiano Ufficiale HD

La prima regia nel lungometraggio per il duo formato dai francesi Julie Lecoustre ed Emmanuel Marre è uno spaccato di vita contemporanea su un soggetto originale.

L’esistenza sospesa di una generazione di assistenti di volo, e in particolare nel tritacarne delle linee low-cost, viene raccontata dagli autori con dovizia di particolari, mettendo in fila ogni dettaglio al fine di trasmettere allo spettatore tutte le sfaccettature tediose e vuote di questa vita.

In un registro che è per scelta piatto e ripetitivo, dal taglio quasi documentaristico, Adèle Exarchopoulos nel ruolo della protagonista è un’iniezione di star power, una presenza magnetica che aiuta a non perdersi nel senso di straniamento evocato dalla storia. La sua Cassandre è una ragazza ormeggiata in un porto lontano, il cui senso di provvisorietà si calcifica in uno scorrere insostenibile. Un ritratto generazionale che si applica agli scenari contemporanei della gig economy ma che in realtà la precede, visto che il mito degli spostamenti low-cost in giro per l’Europa catturava le menti dei più giovani già un paio di decenni fa.

Non a caso c’è una stanchezza residuale al centro di Zero fucks given, i cui personaggi non possono andare oltre il fatalismo del presente (“non so nemmeno se sarò viva domani” risponde Cassandre a chi cerca di sensibilizzarla alla causa dell’impegno operaio). Anche l’immagine del futuro è filtrata attraverso il feed di un social network, dal quale si forma il sogno di passare a una linea aerea come Emirates per le belle divise ma al tempo stesso si cerca di schivare le promozioni per evitarne le responsabilità.

I due registi integrano alla perfezione questi due elementi con uno stile che oscilla tra la cronaca indaffarata della macchina a mano incollata ai personaggi e gli inserti privati, che mimano la forma espressiva di Instagram come fossero Polaroid di un tempo lontano, re-immaginate per l’era digitale.