
Quel giorno tu sarai
Un film di Kornél Mundruczó
Quel giorno tu sarai, film diretto da Kornél Mundruczó, ripercorre le vicende vissute da tre generazioni appartenenti a una famiglia ebrea, a partire dalla fine della Seconda Guerra Mondiale fino alla Berlino di oggi. Si parte dalla tragica nascita di Éva (Lili Monori) all'interno di un campo di concentramento, per poi attraversare i decenni e giungere fino al nipote Jonas (Goya Rego), che oggi conduce la sua esistenza proprio a Berlino, un tempo sinonimo di "inferno" per gli ebrei, in tutta tranquillità all'interno di una società multietnica.
Il film è un racconto di come le ferite del passato non siano ancora del tutto sanate in una società che non è ancora pronta ad affrontare ed elaborare i drammi e gli orrori della prima metà del Novecento. Una famiglia che diventa anche spunto di riflessione sulla memoria di una delle più grandi tragedie che ha scosso il mondo intero.
Con Lili Monori Annamária Láng Goya Rego Padmé Hamdemir
Produzione: Ungheria Germania , 2021 , 97min.
La nostra epoca ha la cattiva abitudine di ridurre i confini. Sul piano estetico tra fiction e realtà, sul piano etico tra carnefice e vittima, sul piano politico strumentalizzando il "dovere della memoria". Per rispondere a questa mancanza di distinzione, che tutto confonde, il cinema ha distinto tre temporalità possibili che producono altrettanti generi. La prima è quella della Storia, raccontata dai documentari, è il tempo del racconto lineare, dettagliato e pedagogico che sa risalire alle cause immediate e lontane della "lunga durata"; la seconda è quella della fiction, frazionata dal montaggio in flashback e flashforward destinati a formare frammenti narrativi autonomi il cui legame si rivela dopo l'evento; la terza è il tempo pieno e insostituibile dell'esperienza umana concreta, che cogliamo ogni volta che guardiamo e ascoltiamo una testimonianza vissuta.
Kornél Mundruczó ricorre alla fiction, che non è meno franca e seria di un documentario. L'impatto cinematografico di una maniera o di un'altra è a misura del talento della personalità che la esprime, Claude Lanzmann, Marguerite Duras, Roberto Benigni. L'efficacità delle loro opere, come del nuovo film di Mundruczó, sta tutta nella loro argomentazione e nella forma che la regge. Quel giorno tu sarai sposa la visione soggettiva della Shoah introducendo la storia individuale in quella collettiva, traducendo un punto di vista, tre punti di vista.
L'autore ungherese fa vivere l'orrore attraverso tre personaggi contemporanei che si battono, ciascuno a suo modo, con un passato difficile da assumere.
I meccanismi di difesa disperata passano per la negazione, per la collera, per la colpa, per la vergogna e i protagonisti ne sono la complessa rappresentazione. Mundruczó evoca l'esperienza concentrazionaria, la incarna in Jonas, in una nuova generazione, per suscitare una proiezione e un'identificazione capace di implicarla.
La storia di questo adolescente che eredita con l'identità ebraica della nonna un dramma che non ha mai conosciuto, è un monito a tenere alta la vigilanza su quello che accade ogni giorno nel mondo. Creatrice di immagini, la letteratura ha aperto la via al cinema, documentario o finzionale che sia.


