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Il buco

Un film di Michelangelo Frammartino

Il buco, il film diretto da Michelangelo Frammartino, è ambientato nel corso degli anni '60 durante la forte crescita economica, quando viene costruito nel florido nord Italia, l'edificio più alto d'Europa. Nel sud del paese, nell'estate del 1961, un gruppo di giovani speleologi si reca in missione sull'altopiano calabrese per esplorare il suo incontaminato entroterra, visitando il sottosuolo di quel Meridione da cui tutti si stanno allontanando.
Il gruppo fa un'incredibile scoperta: trova una delle grotte più profonde del mondo, l’Abisso del Bifurto dell'altopiano del Pollino, una grotta profonda 700 metri, sorvegliata da un vecchio pastore, unico custode di quel territorio ancora puro e inalterato.

Con Leonardo Zaccaro Jacopo Elia Denise Trombin Luca Vinai Nicola Lanza

Produzione: Italia , 2021 , 93min.

Il Buco, vincitore Premio Speciale della Giuria a Venezia 78 | Trailer Ufficiale HD

Un decennio dopo Le quattro volte, Michelangelo Frammartino estrae dall'oscurità quell'evento, effettuando un'operazione a lui familiare: quella di far emergere dal buio le immagini.

Fin dalla prima inquadratura de Il buco figure umane e animali si fanno strada conquistando la luce, ovvero il diritto ad esistere cinematograficamente. Per Frammartino l'entrata in scena di uomini e cose è un momento di fondamentale importanza (basti ricordare il parto della capra ne Le quattro volte, che introduceva un personaggio nell'inquadratura senza alcuna intromissione registica), e le anse dell'Abisso si rivelano a noi a poco a poco, lasciando e ritrovando le tenebre.

La profondità cava e il suo vuoto vertiginoso sono evidenziati dall'eco di un richiamo o dalla luce di un foglio che brucia, altrimenti negate alla nostra vista. La cinepresa di Frammartino, che si intrufola all'interno del buco e ci mostra la grana di ogni parete, e il Dolby Atmos, che ci fa percepire ogni respiro degli speleologi in discesa, ci regalano un'esperienza immersiva rendendoci tutt'uno con l'eroica impresa.

Ma non c'è solo l'interno del buco: ci sono anche i grandi spazi esterni, filmati senza alcuna tentazione da National Geographic. Non è infatti l'estetica fine a se stessa a interessare Frammartino, ma la relazione autentica fra gli spazi e gli esseri viventi. Nel pascolo aperto un mandriano governa le sue mucche con richiami che fanno il paio con quelli degli speleologi verso la profondità, e il racconto che lo riguarda è anch'esso speculare (e per certi versi contrario) a quello degli speleologi: sono penetrazioni (e per certi versi profanazioni) reciproche, quella degli speleologi nel territorio del mandriano, quella delle mucche e dei cavalli nel campeggio della spedizione scientifica.