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Miserere

Un film di Babis Makridis

Miserere, film diretto da Babis Makridis, è la storia di uomo di successo, un avvocato (Yannis Drakopoulos) di 45 anni che vive con il figlio adolescente in una bella villetta. La sua sembra una vita apparentemente perfetta: buona salute, volto affabile con capelli ben tagliati e bella presenza, aria distinta, buone maniere, bei vestiti e una casa vicino al mare. Ma la perfezione non esiste e, se c'è, non dura in eterna. L'uomo lo scopre quando sua moglie (Evi Saoulidou), in seguito a un incidente, viene ricoverata in ospedale e finisce in coma.
La felicità della sua esistenza lascia il posto alla tristezza, causata dal tragico evento, che diventa in poco tempo il sentimento prevalente nella sua vita. Il suo dolore gli fa scoprire un mondo di pietà e commiserazione nei suoi confronti, a causa della sua sfortunata situazione, infatti, tutti mostrano compassione, dalla vicina che gli porta una torta fatta in casa al proprietario della lavanderia che gli fa lo sconto. Tutte queste persone, che altrimenti non lo degnerebbero di attenzione, diventano momenti essenziali della sua giornata, a cui non vorrebbe rinunciare.
Ora che è riempito di attenzioni, triste e compatito, l'avvocato capisce di essere felice solo quando si sente infelice: la sua vita non è amai andata meglio di adesso. Ma cosa accadrebbe se sua moglie si risvegliasse e guarisse

Con Yannis Drakopoulos Evi Saoulidou Pavlos Makridis Costas Xikominos Makis Papadimitriou

Produzione: Grecia Polonia , 2018 , 97min.

MISERERE (2019) | Trailer ITA della Black Comedy di Babis Makridis

Di un umorismo irresistibile, prima di suscitare una tristezza inconsolabile, Pity muove da un'idea di partenza originale e intrigante che rimane coerente fino alla fine.Negli ultimi dieci anni, un gruppo di (giovani) autori ha realizzato film detonanti, premiati nei grandi festival e osannati dalla critica, che ha parlato addirittura di nouvelle vague greca. La loro ellenicità, radice spirituale dell'Europa, è del resto la promessa di una vocazione innata per creare miti.

Meno conosciuto di Yorgos Lanthimos, ma altrettanto velenoso e provocatore, Babis Makridis cavalca quest'onda e un immaginario surreale che destabilizza. Il filtro impiegato dal regista è quello dell'assurdo. Di un umorismo irresistibile, prima di suscitare una tristezza inconsolabile, Pity muove da un'idea di partenza originale e intrigante che rimane miracolosamente coerente fino alla fine. L'impresa non è facile per lo spettatore ma se ci si lascia andare all'esperienza il film mantiene le premesse dispiegando un immaginario più grande che altrove, uno sguardo inquieto sull'umanità. La ricerca di (in)felicità del protagonista, everyman dipendente dalla pietà del titolo, è presa seriamente, fino alla follia e alla morte (arrecata).

La sua vita si consuma come in una tragedia greca, dove gli umani diventano animali, si cavano gli occhi per vedere meglio o praticano l'omicidio sacrificale per scaricare una violenza altrimenti distruttrice di qualsiasi consorzio umano. L'esercizio di deformazione del quotidiano costituisce l'anima di una commedia nera sotto un cielo blu e davanti a un mare brillante. Pity esplora con attitudine solare un racconto oscuro e un personaggio mediocre il cui ego risplende quando è al centro della compassione.