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L'uomo nel bosco

Un film di Alain Guiraudie

L'uomo nel bosco, il film diretto da Alain Guiraudie, si svolge nel villaggio di Saint-Martial nel Sud della Francia.
Il trentunenne Jérémie (Félix Kysyl) si reca al funerale del titolare della panetteria, dove ha lavorato in passato e a cui era molto legato. Quando decide di fermarsi qualche giorno in più per stare vicino a Martine (Catherine Frot), la vedova del panettiere, non immagina che ben presto si troverà al centro di una serie di eventi del tutto inaspettati.
Una misteriosa scomparsa, un vicino minaccioso, un figlio geloso e un abate dalle bizzarre intenzioni animeranno un po' troppo il suo breve soggiorno nel piccolo paese di campagna, portando a galla un passato che avrà conseguenze del tutto inaspettate nel presente.

Con Félix Kysyl Catherine Frot Jean-Baptiste Durand Jacques Develay David Ayala Serge Richard Tatiana Spivakova

Produzione: Francia , 2025 , 102min.

L'UOMO NEL BOSCO Trailer Ufficiale Italiano dal 16 Gennaio al Cinema

Nella sonnolenta provincia francese, il ritorno di Jérémie per il funerale del suo ex datore di lavoro, il panettiere del paese, innesca una dinamica torbida e sottilmente inquietante. Accolto con un calore ambiguo dalla vedova Martine, il giovane si scontra immediatamente con la diffidenza ombrosa di Vincent, il figlio del defunto, in un riaffiorare di antiche rivalità infantili che presto si tingono di una minaccia più adulta e indefinita.

Come un virus che si insinua nel corpo placido della comunità, l'arrivo di Jérémie perturba gli equilibri, ponendolo al centro di un vortice di attenzioni e desideri inconfessati. Il parroco e un vecchio amico dei due contendenti completano questo triangolo (e oltre) di forze in movimento, dove la seduzione si mescola alla tensione, e il potere cambia costantemente di mano. Saranno le escursioni nel bosco fitto, pretestuose ricerche di funghi, a farsi teatro di una lotta silenziosa per il dominio, un'arena dove le pulsioni più oscure possono celarsi tra gli alberi.

Non è azzardato intravedere in quest'opera echi di un certo cinema di Chabrol, con la sua atmosfera di provincia apparentemente quieta ma pronta a covare segreti e risentimenti. Allo stesso tempo, la ricorrente ambientazione boschiva conferisce al racconto una patina fiabesca, seppur venata di un nero intenso, quasi gotico. Ma ridurre "L'uomo nel bosco" a un genere sarebbe un errore. Questo è puro Alain Guiraudie, un autore che con la sua filmografia – da "Lo sconosciuto del lago" al più recente "L'innamorato, l'arabo e la passeggiatrice" – ha saputo definire una poetica unica, refrattaria a qualsiasi etichetta, un cinema libero e spiazzante.

Già la lunga sequenza iniziale, con l'auto di Jérémie che si addentra sinuosamente tra le case del paese, suggerisce un'intrusione, un elemento estraneo che altera l'armonia preesistente. I personaggi stessi – la vedova, il prete, il vicino burbero – appaiono inizialmente come stereotipi drammaturgici, per poi sovvertire le nostre aspettative con comportamenti imprevedibili. In questo universo guiraudiano, il tradimento non è un'eccezione, ma quasi una regola non scritta, accettata con una singolare forma di fatalismo.

Ed è proprio in questo cortocircuito tra il desiderio sfrenato e una forma di misericordia profondamente radicata nella cultura cattolica (il titolo originale, "Miséricorde", lo sottolinea con forza) che risiede la singolarità del film. Guiraudie adotta uno sguardo "umano, troppo umano", rifiutandosi di giudicare un protagonista che sembra plasmarsi alle circostanze, manipolandole senza apparente malizia premeditata. La "malizia", sembra suggerire il regista, risiede sempre nello sguardo di chi osserva.

Jérémie si configura così come un involontario catalizzatore di desiderio, e l'ironia con cui Guiraudie mette in scena le reazioni degli altri a questa sua capacità seduttiva è tanto sottile quanto tagliente. Allo stesso modo, il film esplora con una disarmante accettazione il tema del rifiuto: amori non corrisposti, donazioni di sé prive di sentimento, tutto sembra trovare accoglienza in questo microcosmo provinciale, tranne forse chi si ostina a rimanere fuori da questo gioco di attrazioni e repulsioni, diventando così "dispensabile" agli occhi degli altri.

Forse l'unica riserva che si potrebbe avanzare riguarda la sospensione narrativa finale. Dopo aver intessuto una fitta rete di relazioni potenziali e un crimine ambiguo, Guiraudie ci lascia in sospeso, interrogandoci sul destino dei suoi personaggi. Ma è probabile che sia proprio questo il suo intento: suggerire che il vento della seduzione continuerà a soffiare, inarrestabile e indifferente al "comune senso del pudore". "L'uomo nel bosco" non è un giallo da risolvere, ma un'immersione perturbante nelle dinamiche oscure del desiderio e dell'accettazione, filtrate dallo sguardo inconfondibile di un maestro come Alain Guiraudie.