Dreams
Un film di Dag Johan Haugerud
Dreams, film diretto da Dag Johan Haugerud, vede protagonista la giovane Johanne (Selome Emnetu) sempre più emotivamente legata ad una sua insegnate di scuola che le apre le porte della sua casa e ascolta con premure le sue domande i suoi pensieri. Affidati ad un diario personale gli scritti intimi di Johanne sul suo primo amore creano attriti all'interno della sua famiglia, spingendo sua madre e sua nonna a riconsiderare le proprie realtà e i propri sogni, innescando un vivace dibattito tra donne.
Con Ane Dahl Torp Selome Emnetu Ingrid Giaever Anne Marit Jacobsen Valdemar Dormaenen
Produzione: Norvegia , 2025 , 110min.
Il regista Dag Johan Haugerud si conferma un autore capace di scandagliare con rara sensibilità l'intimità del pensiero amoroso, firmando un'opera ad alto tasso di introspezione.
Il film ci immerge nei turbamenti di Johanne, una diciassettenne che vive il suo primo, travolgente innamoramento per la nuova insegnante d'arte. Haugerud, anche sceneggiatore, compie una scelta narrativa precisa: piuttosto che lasciare spazio ai giudizi morali sulla potenziale inopportunità della relazione (come il fatto che la docente accolga Johanne nel suo appartamento), ci costringe a entrare nella mente della protagonista.
Attraverso un'ampia esternazione dei suoi pensieri – i suoi "sogni", come suggerisce il titolo – seguiamo gli "slittamenti del cuore" della ragazza. La regia cattura magistralmente tutta la consistenza e al contempo la fragilità di questo sentimento nascente, esplorando anche il microcosmo femminile (madre e nonna) in cui Johanne è inserita. Spicca la figura della nonna scrittrice, anche lei "sognatrice", unica vera confidente dell'adolescente.
L'unico, vero peccato del film risiede nella sua conclusione. Dopo aver mantenuto un'ammirevole compattezza narrativa, l'opera scivola in una "moltiplicazione di finali" che ne attenua la forza e l'impatto.
Nonostante questa debolezza strutturale, il film resta una valida e sensibile analisi del percorso amoroso, capace di leggere con acutezza gli elementi specifici dell'infatuazione adolescenziale pur parlando un linguaggio universale.
