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Dal pianeta degli umani

Un film di Giovanni Cioni

Il tratto Ventimiglia-Mentone è una zona di frontiera, tra Italia e Francia, attraversato da sempre da flussi di migranti in cerca di un futuro migliore. Per Giovanni Cioni diviene il punto di partenza di un'indagine metafisica sulla natura umana: l'attraversamento del Sentiero della Morte, il percorso tra le montagne affrontato dai clandestini per aggirare la dogana transalpina, diviene l'occasione per un viaggio nella memoria di questi luoghi e di diversi accadimenti inusuali ivi avvenuti.

Produzione: Italia , 2021 , 83min.

"Dal pianeta degli umani", il documentario di Giovanni Cioni in concorso al Festival dei Popoli

Un vero e proprio mad doctor, realmente esistito e stimato dall'alta società dell'epoca, Mussolini compreso, almeno finché le leggi razziali e le persecuzioni antisemite porteranno a un rapido crollo delle fortune di Voronoff. La villa che fu dello "scienziato" e le sinistre gabbie in cui questi teneva prigioniere le sue scimmie, sono ancora visibili nella strada che unisce Ventimiglia a Mentone.

Per Cioni questo diviene lo spunto di partenza, da cui elevare la propria ricerca impressionistica, interrogandosi sull'impossibilità di una certa società degli uomini di accettare l'invecchiamento e I limiti dell'esistenza. Una lezione attuale e dolorosa di fronte alla pandemia da Covid-19, durante la quale il film è stato realizzato.

Il montaggio unisce immagini del presente e del passato remoto a spezzoni di film quali King Kong o L'isola delle anime perdute - dedicato al dottor Moreau di H.G. Wells, il "dottore pazzo" per antonomasia dell'immaginario collettivo - in un flusso ininterrotto di rimandi e di rimpalli spazio-temporali accomunato dall'interrogarsi sulle storture della natura umana.

Cioni ha il merito di lasciarsi andare a un'empatia sensoriale con l'oggetto della propria analisi, assecondando il canto delle rane nelle cisterne, presenti oggi come allora, testimoni delle fragilità umane e del passaggio dei migranti. O ancora recuperando filmini di famiglia, girati sulle spiagge della riviera ligure di Ponente, in cui prevale il senso di un'apparente innocenza e la condivisione di momenti intimi e personali di individui che non potremo mai conoscere, spettri di un luogo senza tempo su cui sono stati tracciati confini che resistono all'evoluzione e al procedere della storia.