
Gran Teatre del Liceu Barcelona
Rigoletto
Autore:
Giuseppe Verdi
Coreografia:
Michael Levine
Direttore d'orchestra:
Riccardo Frizza
Regia:
Monique Wagemakers
Solisti: Javier Camarena Carlos Álvarez Desirée Rancatore Ante Jerkunica Ketevan Kemoklidze Gemma Coma-Alabert
Intenso dramma di passione, tradimento, amore filiale e vendetta, Rigoletto non solo offre una combinazione di ricchezza melodica e potenza drammatica, ma pone lucidamente in evidenza le tensioni sociali e la subalterna condizione femminile in una realtà nella quale il pubblico ottocentesco poteva facilmente rispecchiarsi. Dal punto di vista musicale abbiamo, fin dal preludio, il ripetersi costante del tema della maledizione, tramite la ripetizione della nota Do in ritmo doppio puntato.
Durata: 168min.
Rigoletto è un’opera in tre atti di Giuseppe Verdi su libretto di Francesco Maria Piave, tratta dal dramma di Victor Hugo Le Roi s’amuse (“Il re si diverte”).
Con Il trovatore (1853) e La traviata (1853) forma la cosiddetta “trilogia popolare” di Verdi.
Centrato sulla drammatica e originale figura di un buffone di corte, Rigoletto fu inizialmente oggetto della censura austriaca. La stessa sorte era toccata nel 1832 al dramma originario Le Roi s’amuse, bloccato dalla censura e riproposto solo 50 anni dopo la prima. Nel dramma di Hugo, che non piacque né al pubblico né alla critica, erano infatti descritte senza mezzi termini le dissolutezze della corte francese, con al centro il libertinaggio di Francesco I, re di Francia. Nell’opera si arrivò al compromesso di far svolgere l’azione alla corte di Mantova, a quel tempo non più esistente, trasformando il re di Francia nel duca di Mantova.
Il 3 giugno 1850 Verdi scriveva a Piave: «In quanto al titolo quando non si possa tenere Le roi s’amuse, che sarebbe bello… il titolo deve essere necessariamente La maledizione di Vallier, ossia per essere più corto La maledizione. Tutto il soggetto è in quella maledizione che diventa anche morale. Un infelice padre che piange l’onore tolto alla sua figlia, deriso da un buffone di corte che il padre maledice, e questa maledizione coglie in una maniera spaventosa il buffone, mi sembra morale e grande, al sommo grande». La decisone finale sul titolo cadde sul nome del protagonista, cambiandolo da Triboletto, traduzione “letterale” dell’originale Triboulet, a Rigoletto (dal francese rigoler, che significa scherzare).




ATTO I
A una festa da ballo nel suo palazzo, il Duca di Mantova, giovane libertino, confessa al cortigiano Matteo Borsa di essersi invaghito di una fanciulla che incontra la domenica in chiesa; giunge un altro cortigiano che reca la notizia che il gobbo buffone di corte, Rigoletto, ha un’amante in città. La festa continua, ma viene interrotta dal conte di Monterone, che sopraggiunge accusando il Duca di avergli sedotta la fìglia; fatto arrestare dal Duca e deriso da Rigoletto, si allontana dopo aver maledetto entrambi: questa maledizione sconvolge Rigoletto. Mentre sta recandosi a casa, Rigoletto si imbatte nel brigante Sparafucile, che gli offre la sua opera. A casa Rigoletto incontra una donna: non è la sua amante, ma sua fìglia Gilda: egli l’ha sempre tenuta nascosta, temendo per la sua incolumità, poiché essa è l’unica gioia della sua vita. Data l’apprensione del padre nei suoi confronti, Gilda non osa confessargli di essersi innamorata di uno sconosciuto che ha visto in chiesa e che, prima che arrivasse Rigoletto, era penetrato nel giardino fingendosi uno studente povero, Gualtiero Maldé. I cortigiani, intanto, capeggiati da Manùlo, intendono organizzare una beffa ai danni di Rigoletto, rapendo colei che pensano essere la sua amante. Sarà lo stesso Rigoletto che, bendato e pensando di rapire la contessa di Ceprano per il Duca, reggerà la scala per permettere ai cortigiani di introdursi in casa sua; quando, finalmente, si renderà conto della beffa, sarà troppo tardi e si ricorderà della maledizione.
ATTO II
Nel salotto del palazzo il Duca è preoccupato per la sorte di Gilda, che ha scoperto essere stata rapita, quando giungono i cortigiani che gli narrano il rapimento dell ‘amante di Rigoletto; egli capisce che si tratta di Gilda e si precipita nella stanza dove essa è rinchiusa. Nel palazzo giunge intanto anche Rigoletto, che cerca di scoprire dove sia la figlia interrogando gli autori della beffa, ma questi negano di averla rapita; sarà l’arrivo del paggio della Duchessa che cerca il Duca per ordine della padrona a fargli capire dove e con chi si trovi sua figlia. Disperato, insulta e prega i cortigiani di rivelargli il nascondiglio della figlia, quando questa, sconvolta, esce dalla stanza dove era trattenuta e, buttandosi nelle braccia del padre, racconta come sia stata ingannata e disonorata. Inutilmente Gilda, nonostante sia ancora innamorata del Duca, tenta di calmare Rigoletto che, promettendo vendetta, decide di rivolgersi a Sparafucile.
ATTO III
Sparafucile, con la complicità della sorella Maddalena e dietro compenso di 20 scudi, accetta di uccidere il Duca e consegnare il cadavere a Rigoletto; Gilda, intanto, dovrà partire per Verona dove il padre la raggiungerà il giorno successivo. Prima di allontanarsi, però, Rigoletto le fa vedere quale sia effettivamente il comportamento del Duca, che in quel momento sta corteggiando Maddalena. Quest’ultima, che ha tentato di ammaliare il Duca, ne è a sua volta ammaliata e supplica il fratello di rinunciare all’ incarico; dopo alcuni tentennamenti Sparafucile acconsente e concorda con la sorella di consegnare a Rigoletto il cadavere del primo viandante che capiterà all’osteria. Gilda, che ha sentito il piano, decide di sacrificarsi per amore e, vestita da uomo, entra nella taverna. Quando Rigoletto, venuto alla taverna per ritirare il suo macabro fardello, sta per gettare il cadavere, sente cantare il Duca e così scopre che vittima della sua vendetta è stata proprio la figlia.