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Balletto del Bolshoi

The Carmen Suite / Petrushka

Autore: Georges Bizet Rodion Shchedrin
Coreografia: Alberto Alonso / Edward Clug
Libretto: Alberto Alonso

Solisti: il Corpo di Ballo del Bolshoi

Questa rivisitazione in un balletto sulle punte della famosa opera di Bizet è riuscita a conservare lo spirito brioso alla ricerca di libertà dell'opera originale. L'associazione con un balletto inedito "Petroushka", espressione profonda dello spirito dei balletti russi completa lo spettacolo mettendo in risalto le due anime del balletto: quello femminile e quello maschile.

Durata: 140min.

Carmen-Suite 2014 Svetlana Zakharova & Denis Rodkin

CARMEN SUITE

Ancora oggi, a quasi cinquant’anni dalla creazione, è considerata uno dei capolavori del coreografo cubano. Nel 2005, due anni prima di morire, Alberto Alonso, ha ricreato Carmen Suite per Svetlana Zakharova, stella riconosciuta della danza mondiale, sempre per il Teatro Bol’šoj di Mosca. Paladina della libertà e della seduzione senza regole, Carmen è una delle grandi eroine della storia della letteratura, creata da Prosper Mérimée nel 1845: donna volubile e coraggiosa, spirito libero che va inesorabilmente incontro al suo tragico destino. Una storia appassionata, classica e moderna, allo stesso tempo, in cui i movimenti coreografici, a volte semplici e di chiara lettura, risaltano in contrapposizione alla forza espressiva e drammaturgica, resa perfettamente dalla danza eloquente e carismatica dell’étoile ucraina.

PETRUSHKA

Nel 1910, durante la stesura de La sagra della primavera, lavoro che era molto impegnativo, Stravinskij si volle distrarre componendo un pezzo per pianoforte e orchestra in cui lo strumento avesse un ruolo di primo piano. Il musicista racconta che: "Componendo questa musica avevo nettamente la visione di un burattino subitamente scatenato che, con le sue diaboliche cascate di arpeggi, esaspera la pazienza dell'orchestra, la quale a sua volta gli replica con le minacciose fanfare. Ne segue una terribile zuffa che, giunta al suo parossismo, si conclude con l'accasciarsi doloroso e lamentevole del povero burattino." Dopo di che egli pensò a lungo al titolo da dare alla composizione finché non gli venne in mente Petruška, l'infelice burattino del teatro popolare, sempre presente nelle fiere. Quando Djagilev ascoltò il brano, rimanendone impressionato, volle a tutti i costi che Stravinskij lo utilizzasse per un nuovo balletto. Seguendo l'idea che il compositore aveva in mente, i due definirono l'intreccio e lo svolgimento del lavoro, stabilendo come luogo d'azione la fiera e come personaggi, oltre a Petruška, la Ballerina, il Moro e il Ciarlatano. Il musicista, mentre su trovava a Beaulieu-sur-Mer, iniziò subito a comporre il primo quadro ed utilizzò la parte già scritta per pianoforte per il secondo. Verso Natale Stravinskij raggiunse Djagilev a Pietroburgo dove fece ascoltare i progressi fatti nel lavoro all'amico e a Alexandre Benois a cui era stata affidata la realizzazione scenica del balletto; questa fu l'ultima volta che il compositore vide la città della sua infanzia. Rientrato a Beaulieu Stravinskij riprese la composizione, ma dovette ben presto interrompere a causa di una grave intossicazione da nicotina. Dopo un mese di cure riprese il lavoro e quindi partì per Roma per raggiungere Djagilev che allestiva uno spettacolo al Teatro Costanzi; qui ultimò il balletto l'undici maggio 1911 e diede inizio alle prove dello spettacolo. La prima rappresentazione avvenne a Parigi al Théâtre du Châtelet il 13 giugno 1911 con la direzione di Pierre Monteux, le scene ed i costumi di Alexandre Benois, la coreografia di Michel Fokine. Il ruolo di Petruška venne affidato a Vaslav Nijinsky che ne trasse una delle sue interpretazioni più memorabili, unendo alle sue note doti virtuosistiche un'intensa espressione drammatica che diede al burattino un'anima; Tamara Karsavina fu la Ballerina, Alexandre Orlov il Moro, Enrico Cecchetti il Ciarlatano. Nonostante il successo della rappresentazione, alcuni critici furono spiazzati dalle musiche impervie, dissonanti, talvolta grottesche. A un critico che, dopo una prova generale, chiese: "Ci avete invitato qui per sentire questa roba?", Diaghilev rispose laconico: "Esattamente". Quando Stravinskij e Djagilev con il suo corpo di ballo si recarono a Vienna nel 1913, la Wiener Philharmoniker, rivelando il suo atteggiamento molto conservatore, inizialmente mostrò ostilità nell'eseguire la partitura, definendola "schmutzige Musik" (musica sconcia). La rappresentazione ebbe comunque luogo senza proteste, ottendo anche un discreto successo. Tra il 1946 e il 1947 ad Hollywood il compositore realizzò una nuova versione del balletto sia per poter ottenere il copyright sia per migliorarne la strumentazione allo scopo di rendere eseguibile la partitura anche da parte di orchestre di minore grandezza

THE CARMEN SUITE

Alberto Alonso descrive la vita e la morte della sua Carmen come una corrida nella quale la morte è costantemente corteggiata, sfiorata e sfidata. Carmen, libera e irrequieta, arrestata dal capo del reggimento dei dragoni, irretisce Don José, cui è stata affidata, e lo allontana dalla retta via. Lo rende brigante e assassino e poi lo abbandona perché non sopporta le sue debolezze e i suoi rimpianti. Come amante sceglie il Toreador Escamillo, seducente ma fatuo e se ne compiace come di una
mantiglia nuova. José coglie la sfida e in preda alla gelosia affronta l’amante. La implora, la batte, l’uccide. Il fato, che l’ha seguita come un’ombra nel dipanarsi della vicenda, ora è compiuto. Carmen giace a terra come il toro trapassato dal Matador.

PETRUSHKA - TRAMA

PARTE PRIMA.
L’azione si svolge in una piazza di San Pietroburgo nel periodo della cosidetta “settimana grassa” precedente al tempo di quaresima. Una folla rumorosa, variopinta ed eterogenea si diverte tra bancarelle, giostre e attrazioni di ogni sorta. Gente di ogni età e condizione si abbandona alle tradizionali danze russe.
La musica sottolinea con efficacia il clima di festa e di eccitazione collettiva. Semplici motivi popolari emergono da un discorso armonico complesso e spigoloso, accentuato da un’orchestrazione che contrappone elementi timbrici eterogenei.
A un tratto la folla si ritrae in silenzio perchè, dal sipario di un teatrino sullo sfondo, si affaccia il burattinaio Ciarlatano che annuncia l’inizio del suo spettacolo. Evocati da un magico assolo di flauto, compaiono tre pupazzi inanimati appesi alle loro grucce: Petrushka, Ballerina e Moro. Tra lo stupore generale essi prendono improvvisamente vita e, al centro della piazza, si scatenano in una danza russa dagli sgargianti colori musicali. Petrushka è il più irrequieto e all’improvviso comincia a rincorrere Moro brandendo un bastone. Ciarlatano lo acciuffa e lo trascina via bruscamente per rinchiuderlo nella sua squallida dimora sotto le stelle, sovrastata da un minaccioso ritratto del burattinaio.

PARTE SECONDA.
E’ questa la parte più affascinante, nella quale Petrushka esprime tutta l’infelicità del suo tenero amore non ricambiato per Ballerina. Il pianoforte assume in orchestra un ruolo importante che evidentemente richiama la prima stesura strumentale dell’opera. Ma ecco che il malvagio Ciarlatano spinge Ballerina all’interno della stanza. Alla vista dell’amata, Petrushka si abbandona a una gioia scomposta e irrefrenabile finchè ben presto la ragazza viene trascinata via, facendo ripiombare lo sfortunato burattino nella più profonda costernazione.

PARTE TERZA.
Nella sua ricca stanza, Moro vive tra le agiatezze e si trastulla stupidamente con una noce di cocco che cerca di aprire a colpi di scimitarra. Ballerina, attratta dalla sua prestanza fisica e dalla sua ricchezza, entra improvvisamente suonando un’allegra fanfara con la sua trombetta. Moro prende a corteggiarla goffamente e infine la conquista. Mentre i due ballano un valzer, irrompe Petrushka geloso e disperato, ma nulla può contro la prepotenza di Moro che lo caccia fuori in malo modo.

PARTE QUARTA.
Si ritorna in piazza dove, a sera, la festa impazza in un turbinio di danze. Assistiamo così alla danza delle balie, all’ingresso di un orso ammaestrato, alla danza delle zingare e a quella dei carrettieri. Giungono poi maschere grottesche accompagnate da un nero diavoletto. Qui il compositore crea un fantasmagorico “collage” musicale splendidamente orchestrato che fa appello a tutte le risorse melodiche, armoniche e ritmiche possibili. Ma il dramma sta per compiersi: dal teatrino esce Petrushka inseguito da Moro che, brandendo la sua terribile scimitarra, colpisce a morte lo sprovveduto rivale. Una lugubre musica accompagna l’agonia del povero burattino. Tra lo sconcerto generale, e per scusarsi del tragico evento, Ciarlatano solleva il corpo inanimato di Petrushka dimostrando a tutti che si tratta solo di un pupazzo pieno di segatura. Mentre però lo trascina via, alla sommità del teatrino riappare Petrushka che fa sberleffi al suo aguzzino di sempre. Ciarlatano osserva atterrito quella creatura che, attraverso la sofferenza e l’umiliazione, si è finalmente conquistata una natura umana.