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Ti mangio il cuore

Un film di Pippo Mezzapesa

Ti mangio il cuore, film diretto da Pippo Mezzapesa, è incentrato sulla Quarta Mafia, l'organizzazione meno conosciuta tra quelle criminali in Italia. Nonostante la poca notorietà, è tanto pericolosa quanto le altre ed è radicata nella parte alta della Puglia, quella comandata dalle famiglie malavitose della Società foggiana e i Montanari del Promontorio.
Tra gli altopiani del Gargano vi sono due famiglie, i Malatesta e i Camporeale, che si contengono il territorio e sono rivali da moltissimo tempo, tanto da essersi già sfidati in passato in contese che hanno portato solo sangue e morte. La faida tra i due clan viene riaccesa quando Andrea Malatesta, erede della casata mafiosa, e Marilena, moglie del boss dei Camporeale, si innamorano. Si tratta di un amore impossibile da realizzare, non solo perché lei è sposata, ma soprattutto perché proibito. Ed è proprio questo amore tormentato e passionale a innescare la miccia che porterà allo scontro e in seguito a una guerra tra le famiglie...

Con Elodie Francesco Patanè Lidia Vitale Francesco Di Leva Tommaso Ragno Giovanni Trombetta

Produzione: Italia , 2022 , 115min.

TI MANGIO IL CUORE con Elodie (2022) - Trailer Ufficiale HD

Nessuno si sottrae alla logica della faida che condiziona la vita di intere famiglie e intere generazioni. In mezzo scorre la passione, quella fra Andrea e Marilena ma anche quella fra Teresa e Michele, e i legami di sangue sono viscerali e potenti, nel bene e nel male. La fotografia fortemente contrastata di Michele D'Attanasio rispecchia visivamente l'asprezza dei conflitti in scena e la divisione netta degli schieramenti: è tutto, letteralmente, bianco o nero, non c'è spazio per alcuna gradualità.

È questo però anche il punto debole della regia di Pippo Mezzapesa (che firma il copione, tratto dal libro omonimo di Carlo Bonini e Giuliano Foschini, insieme ad Antonella Gaeta e Davide Serino) che rimane sempre sopra le righe: certamente una scelta, ma difficile da sostenere per le quasi due ore del racconto. Anche per questo funzionano meglio gli attori che scelgono di recitare in levare, da Francesco Di Leva a Michele Placido alla cantante Elodie, che esordisce qui come interprete. Una nota a parte merita Lidia Vitale, che pur facendo della sua Teresa, la moglie di Michele Malatesta, "l'albero del veleno", non dimentica di inserire nella sua interpretazione mezzi toni e sfumature.

Le musiche di Theo Teardo sostengono in pathos della storia che funziona, anche nel montaggio di Vincenzo Soprano, per accumulo - soprattutto di cadaveri. Da un lato Mezzapesa ha il coraggio di rimanere estremo fino in fondo, e la capacità registica per donare un'eleganza formale ad una storia di efferata brutalità. Dall'altro qualche momento di respiro in più avrebbe reso la narrazione meno grave e meno estrema. Ma il pubblico potrebbe innamorarsi di questa partitura western a tinte forti (nonostante il bianco e nero) con la stessa passionalità incandescente con cui Marilena e Andrea bruciano sulla fiamma del loro peccato.