Salta al contenuto principale

Nezouh - il Buco nel cielo

Un film di Soudade Kaadan

Nezouh, il film diretto da Soudade Kaadan, è ambientato durante la guerra civile siriana, in particolare a Damasco, dove ogni giorno le bombe e gli attacchi di guerriglia mettono a ferro e fuoco la città. Il film racconta la storia di una famiglia, formata dal padre Mutaz, la moglie Hala e la figlia quattordicenne Zeina, che alla scelta se andare via o restare, decide di rimanere nella zona assediata, evitando l'incerta vita da rifugiati.
Quando una granata finisce sul tetto dell'edificio in cui vivono, si apre una voragine che espone l'intera famiglia al mondo esterno. Un giorno un giovane che abita nelle vicinanze decide di calare una corda attraverso l'apertura del tetto ed è grazie a questa via d'uscita che Zeina ha il suo primo assaggio di libertà.
Mentre suo padre continua imperterrito a rimanere in casa, ancora convinto di non voler diventare un rifugiato, la ragazza e sua madre attraverso questa "finestra" sul tetto si ritrovano di fronte a un varietà inimmaginabile di opportunità e dovranno solo fare una scelta: restare o partire.

Con Nizar Alani Kinda Alloush Samir Al Masri Hala Zein

Produzione: Siria Francia , 2022 , 103min.

NEZOUH - IL BUCO NEL CIELO | Trailer ufficiale | Dal 12 gennaio al cinema

Graziosa storia di formazione adolescenziale nascosta sotto le spoglie dolorose di una testimonianza sulla situazione in Siria, Nezouh - Il buco nel cielo ha il merito di offrire una prospettiva diversa tanto sul paese quanto sulla sua produzione cinematografica, usando i linguaggi della commedia e delle schermaglie romantiche per raccontare una giovane ragazza e con lei una generazione tutta.

La firma è quella degna di nota di Soudade Kaadan, regista siriana cresciuta in Francia di cui si attendeva con fiducia l'opera successiva all'esordio The Day I Lost my Shadow, presentato a Venezia nel 2018 e vincitore del premio per la Miglior Opera Prima.

Kaadan affina in questa seconda regia una formula vincente, fatta di una danza tra naturalismo e realismo magico, di storie semplici ma costruite attorno a immagini simboliche e largamente accessibili (un bambino che ha perso la sua ombra a causa del trauma bellico, un nucleo domestico che forzatamente si "apre" al pericolo ma anche al desiderio), e di un uso del territorio sempre chiaramente delineato, che intrappola i personaggi una volta nel mondo là fuori, e l'altra qui dentro, nello spazio più intimo.

Il conflitto emotivo di Nezouh è principalmente familiare, con un rifiuto del controllo patriarcale anche quando esso si interseca a complesse questioni di identità e appartenenza a un luogo. Samir al-Masri, nel ruolo di un padre come forza radicante (che si rifiuta di trasformarsi in rifugiato), è tutto questo e anche di più, e offre un trampolino alla protagonista Hala Zein per dipingere il ritratto di una ragazza quattordicenne che riesce a scoprire la fantasia, la creatività e l'immaginazione.

Lo fa anche attraverso un film nel film con cui Kaadan commenta se stessa e la possibilità di raccontare la Siria in una storia in cui "non muore nessuno". La regista espande uno stile visivo che già apparteneva al suo esordio, un mondo di ricchezza dell'immagine che certamente la attrae e al quale è difficile resistere, anche a scapito delle caratterizzazioni dei personaggi: come tutti gli inviti ad andare, questa è una corda che penzola invitante dal soffitto e che va afferrata ad occhi chiusi