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Il mangiatore di pietre

Un film di Nicola Bellucci

Il mangiatore di pietre, film diretto da Nicola Bellucci, è ambientato in Piemonte, in una valle ai confini con la Francia. Qui in una notte di autunno dalle acque di un torrente emerge il corpo senza vita di un uomo, ucciso da due colpi di fucile. A rinvenire il cadavere è Cesare (Luigi Lo Cascio), ex contrabbandiere e trafficante di esseri umani, e il morto non è altro che Fausto (Emiliano Audisio), suo nipote che lui stesso aveva introdotto sulla strada della criminalità. Quando Fausto aveva deciso di dedicarsi al narcotraffico dall'Italia alla Svizzera, i due si erano persi completamenti di vista.
Le indagini vengono affidate al maresciallo Boerio (Leonardo Nigro) e Cesare con il suo passato e la sua attuale vita quasi eremitica viene immediatamente inserito tra i sospettati, nonostante si dichiari innocente. L'unica che sembra credergli è la commissaria Sonia Di Meo (Ursina Lardi), anche perché Cesare è deciso a trovare l'omicida del suo figlioccio e vendicare la sua morte.

Con Luigi Lo Cascio Vincenzo Crea Bruno Todeschini Ursina Lardi Leonardo Nigro Lidiya Liberman

Produzione: Italia , 2018 , 109min.

Trailer “Il mangiatore di pietre” di Nicola Bellucci

Un interessante ibrido tra cinema di genere e attitudine documentaristica

Cesare è un passeur, uno dei più bravi in circolazione. Per la conoscenza dell'antica arte di chi attraversa le impervie vallate alpine è cercato da criminali, che ne richiedono le prestazioni, ed è ricercato dalla legge, sempre sulle sue tracce. Quando esce di galera, dopo essersi rifiutato di parlare, trova il cadavere dell'amico e rivale Fausto ed è fermamente intenzionato a scoprire cosa sia successo.

Nel bene e nel male, è una caratteristica che risulta evidente sin dalle prime sequenze. Nel bene, per la capacità di ritrarre dettagli geografici, architettonici e psicosomatici della gente di montagna che vive sulla frontiera tra Svizzera, Italia e Francia con perizia, ma senza mai sovraccaricare. Il rovescio della medaglia è invece rappresentato dalla scarsa confidenza con meccanismi di storytelling e gestione dell'intreccio che, nel caso di un crime drama come Il mangiatore di pietre, costituiscono una componente fondamentale per la fruizione del film.

Il ritmo lento e l'andamento contemplativo necessitano di una sceneggiatura più robusta per poter mantenere avvinta l'attenzione del pubblico e questo non sempre avviene: l'indagine dei carabinieri resta per lo più criptica e frammentaria, quasi rifuggendo il pathos anziché inseguirlo. Tuttavia la ricerca dell'assassino sembra poco più di un'esca narrativa, in un film che ruota attorno al personaggio tormentato di Cesare (interpretato da Luigi Lo Cascio) e al suo confronto con un passato ingombrante: il rimorso per aver agito in maniera clandestina, la lontananza durante la morte dell'amata moglie (Elena Radonicich, in una breve ma memorabile parte), il brusco ritiro dal gruppo di amici.