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Ezio Bosso. Le cose che restano

Un film di Giorgio Verdelli

Ezio Bosso. Le cose che restano, film diretto da Giorgio Verdelli, è un documentario che ripercorre la vita e la carriera del direttore d'orchestra, compositore e pianista italiano Ezio Bosso, scomparso il 14 maggio 2020 a soli 48 anni a causa del peggioramento della malattia neurodegenerativa di cui soffriva. Un uomo e un artista che ha avuto la forza di andare avanti, grazie soprattutto alla passione all'amore per la sua arte.
Nel documentario Ezio Bosso viene raccontato con le sue stesse parole, tratte dalle interviste e dalle testimoniane di chi ha avuto l'onore di conoscerlo e viverlo, ma soprattutto dalle sue riflessioni e dai suoi pensieri, che invitano a immergersi nel suo flusso di coscienza. Inevitabilmente la parola è legata al sonoro in un continuo richiamo alla musica, la seconda voce di Bosso. Un omaggio a un uomo che è stato portatore di un grane messaggio motivazionale, che con la sua arte ha ispirato tanti e che continua a vivere grazie alla sua musica.

Produzione: Italia , 2021 , 104min.

EZIO BOSSO. LE COSE CHE RESTANO al cinema solo il 4, 5, 6 ottobre

Nato in una famiglia di origini popolari, attratto dalla melodia dall'età di quattro anni, Ezio Bosso (1971-2020) si è imposto come interprete, direttore d'orchestra e compositore grazie a una disciplina strettissima, una curiosità da cosmopolita e una passione bruciante per la musica. Caratteristiche che, insieme a una capacità comunicativa eccezionale, lo hanno reso riconoscibile e amato dal pubblico, anche quello che abitualmente non ha dimestichezza con la classica e i concerti di sinfonica.

Allievo di Claudio Abbado e sostenitore della sua concezione della musica come bene comune, non patrimonio elitario chiuso nelle sale da concerto, nel 2011, scoprendo di soffrire di una malattia neurovegetativa, aveva lasciato il contrabbasso e si era concentrato, con determinazione se possibile ancora maggiore, sul piano, sulla composizione e sulla direzione, per portare il più possibile la sua musica nei teatri. Anche in tv, sul palco di Sanremo.

Già autore della serie di monografie musicali Unici per la RAI, per il grande schermo Giorgio Verdelli ha diretto Pino Daniele. Il tempo resterà (2017) e Paolo Conte. Via con me, Fuori concorso alla Mostra nel 2020.

Ezio Bosso - Le cose che restano, a differenza dei precedenti, racconta un artista dalla presenza scenica esorbitante, tracimante di emotività, alla quale si era aggiunta l'evidenza di una malattia che muoveva istintivamente a empatizzare con l'uomo. Forse per questo Verdelli ha sentito l'esigenza di temperare i tanti momenti di performance live e di elaborazione teorica dalla viva voce di Bosso con una corposa serie di interventi parlati, non tutti forieri di informazioni essenziali ma accomunati dal calore della condivisione, della vicinanza sentimentale con il musicista torinese.

Tra i più incisivi, quello di Gabriele Salvatores, che con Bosso ha collaborato dal 2005 al 2014, da Io non ho paura a Quo Vadis, Baby? fino a Il ragazzo invisibile, dice che "sembrava volare" mentre dirigeva i sessanta elementi della London Symphony Orchestra negli studi di Abbey Road.