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Drive me home

Un film di Simone Catania

Drive me home, il film diretto da Simone Catania, segue la storia di Antonio (Vinicio Marchioni) e Agostino (Marco D'Amore), amici per la pelle che crescono insieme in un piccolo paesino siciliano incastrato tra le montagne, sognando una vita diversa, altrove.
Oggi trentenni, entrambi vivono all'estero, ma non si vedono né si sentono da anni. Quando Antonio scopre che la sua casa natia, abbandonata da molto tempo, sta per essere venduta all'asta, decide di partire per incontrare Agostino, il suo amico d'infanzia, con l'intento di coinvolgerlo per non farsi portare via quella casa alla quale sono entrambi legati. Le loro vite, però, sono cambiate profondamente. Vecchi conflitti e nuove rivelazioni li accompagnano attraverso l'Europa in un viaggio sulle ruote di un tir, alla riscoperta dei ricordi, dei segreti, dei propri sogni.
Una storia di amicizia intima e universale di due trentenni che dopo tanto viaggiare decidono di affrontare il passato dal quale sono fuggiti per ritornare alle proprie origini, verso un approdo inaspettato.

Con Marco D'Amore Vinicio Marchioni Lou Castel Jennifer Ulrich Chiara Muscato

Produzione: Italia , 2018 , 94min.

Drive Me Home | Trailer Ufficiale HD

Road movie d'emigrazione, libero e sentimentale, con un'ottima dinamica tra i due coprotagonisti. Primo lungometraggio di Simone Catania, classe 1980, laureato all'Accademia di Belle Arti di Torino, Drive Me Home ("portami a casa"), sceneggiato dal regista insieme a Fabio Natale, riprende un verso della canzone "Così sbagliato" di Le Vibrazioni & Skin.

"Riportami a casa perché ho paura di me" dice quel testo, e il film indaga, con approccio caldo e aperto, un tema sempre attuale: la necessità di lasciare il luogo in cui si è nati, per scarsità di possibilità o per sfuggire a limiti più impalpabili. E di conseguenza anche il desiderio del ritorno, senza che questo passi per un fallimento, una resa. Tali spinte contraddittorie, ma che non sono percepite come esclusive, coesistono in questo equilibrato road movie permeato da un'idea ampia di "patria", nonché di Europa, tra confini teoricamente aperti e politiche di chiusura, idealizzazioni deluse e transiti di persone come merci. Ma soprattutto di "casa" (il casale dei genitori ma anche la cabina di un tir, solida come uno scudo ma anche scomoda, come ogni rifugio temporaneo). Nel farlo, lascia intenzionalmente fuori campo le famiglie naturali e lascia spazio a quelle di chi, da simile, si riconosce istintivamente nell'altro.

Modellato su uno schema narrativo risaputo, Drive Me Home ha il coraggio di essere sentimentale e si distingue per un'ottima dinamica tra i co-protagonisti, qui in direzione antitetica e coraggiosa rispetto ai ruoli che li hanno resi noti al grande pubblico.