Salta al contenuto principale

Una luna chiamata Europa

Un film di Kornél Mundruczó

Il giovane immigrato Aryan viene ferito mentre attraversa illegalmente il confine ungherese. Terrorizzato e in stato di shock, capisce di aver acquisito il potere di levitare a comando. Costretto ad entrare in un campo di profughi, verrà notato dal dottor Stern, un medico che vorrebbe cercare un modo per sfruttare il suo straordinario segreto.
Kornél Mundruczó decide di occuparsi di un tema particolarmente scottante in Europa (a cui fa riferimento nel titolo in quanto una delle lune di Giove ha avuto il nome del nostro continente) e ancor di più nel suo Paese, l'Ungheria che ha alzato barriere ai propri confini e rifiuta qualsiasi politica di accoglienza.

Con Merab Ninidze Zoltán Mucsi György Cserhalmi Mónika Balsai Farid Larbi

Produzione: Ungheria , 2018 , 100min.

UNA LUNA CHIAMATA EUROPA | Trailer Italiano del Film di Kornél Mundruczó

Da sempre ossessionato da questioni religiose, dall'idea di una presenta divina vetero-testamentaria che giudica e condanna, ma che è capace di salvare, Mundruczó fa del giovane profugo una sorta di angelo sporco e spaventato, raccattato da un medico ubriacone e corrotto che vorrebbe usarlo come fenomeno da baraccone per spillare soldi a chi crede nei miracoli, ma che finirà col trovare in lui la redenzione, o perlomeno la speranza di poter espiare le colpe del passato.

Jupiter's Moon non cova speranze, ma ostenta certezze in maniera un po' arrogante.
La certezza di poter mescolare il realismo moderno col fantastico, di raccontare il presente della sua Ungheria come un inferno post-apocalittivo fatto di luci gialle, personaggi sudati e stropicciati, gestito da un'apparato statale quasi nazista.

La certezza di poter mostrare una realtà degratata e opprimente, corrotta e perduta, in ordine di ostentare ossessioni mistico-religiose un po' oltranziste.

Mundruczó, come e più che nei suoi film precedenti, quasi sempre a Cannes, quasi sempre sopravvalutati, abusa dello stile e della tecnica, gettando lo spettatore dentro una frastornante centrifuga ricolma d’immagini e parole, perdendo del tutto la misura nella gestione del reale come del fantastico.
E se la Budapest quasi alla Blade Runner del film è un luogo da incubo, violenta caotica, distopica eppure realissima, non si capisce perché Jupiter's Moon debba essere un incubo per il suo spettatore.