Jane Austen ha Stravolto la Mia Vita
Un film di Laura Piani
Jane Austen ha Stravolto la Mia Vita, il film diretto da Laura Piani, ha inizio a Parigi e vede protagonista Agathe Robinson (Camille Rutherford), una giovane donna affascinante ma piena di contraddizioni e sogni mai realizzati, sempre in bilico tra fantasia e realtà.
Vive tra le pagine dei suoi romanzi preferiti e lavora nella leggendaria libreria Shakespeare & Co., ma sogna una vita degna di Jane Austen, un grande amore e il tè delle cinque. Single e disillusa, con poca fiducia nel proprio talento, Agathe si sente fuori posto nella sua epoca, dove il romanticismo sembra ormai un genere fuori catalogo e il cinismo regna sovrano. Reduce da un trauma familiare e schiva verso le dinamiche del dating moderno, Agathe si rifugia nella scrittura, anche se non è mai certa che le sue parole valgano davvero qualcosa.
Finché un giorno viene invitata a partecipare alla Jane Austen Residency, una residenza d’autore nell’entroterra inglese, ospitata da lontani discendenti della celebre scrittrice. Lascia Parigi piena di dubbi e confusa da un’amicizia complicata con il collega e confidente Félix (Pablo Pauly), che sembra nascondere sentimenti mai chiariti. Ad accoglierla in Inghilterra, tra il verde dei prati e l’eco dei romanzi vittoriani, ci sono i gestori della residenza e loro figlio Oliver (Charlie Anson), un professore di letteratura brillante e insofferente, tutto l’opposto dell’eroe romantico che Agathe ha sempre sognato, ma forse più autentico di quanto lei immaginasse...
Con Camille Rutherford Pablo Pauly Charlie Anson Annabelle Lengronne Liz Crowther Alan Fairbairn
Produzione: Francia , 2025 , 98min.
Un'ode garbata e intelligente alla letteratura come rifugio e campo di battaglia esistenziale, nell'opera prima della regista e sceneggiatrice Laura Piani.
Esistono anime che sembrano abitare il secolo sbagliato, intrappolate tra le pagine di romanzi che offrono un mondo più ordinato e romantico del nostro. È il caso di Agathe Robinson (Camille Rutherford), libraia presso la mitica Shakespeare & Co. di Parigi e aspirante scrittrice perennemente bloccata. Il suo pantheon personale è dominato da Jane Austen, e il suo orizzonte sentimentale è definito dalla ricerca di un moderno Mr. Darcy. L'invito a partecipare alla prestigiosa Jane Austen Residency nel Regno Unito non è solo un'occasione per finire il suo romanzo, ma un vero e proprio pellegrinaggio esistenziale: un tentativo di allineare la sua vita sognata con una realtà decisamente più confusa.
Se il cinema ha il potere di trasportarci, il film di Laura Piani ci conduce in un doppio viaggio: uno spaziale, nella suggestiva campagna inglese che fu culla letteraria della Austen, e uno temporale, nel cuore di un romanticismo idealizzato che la protagonista evoca e insegue costantemente. In questo suo esordio alla regia, la Piani, già sceneggiatrice, costruisce una tacita ma sentita ode alla scrittura e alla fatica che essa comporta. La residenza artistica diventa così un microcosmo in cui la crisi creativa di Agathe si specchia nella sua più ampia crisi personale.
La forza del film risiede nella sua protagonista, un'eroina finalmente e deliziosamente anticonvenzionale. Agathe non è una donna risolta, ma un'anima imperfetta, una scrittrice incompiuta, un'amante incerta. La regia misurata della Piani trova in Camille Rutherford l'interprete ideale, capace di incarnare con grazia e ironia una sognatrice incapace di prendere in mano le redini del proprio presente. Il suo percorso di crescita si compie attraverso il confronto con gli altri: dal suo migliore amico Félix, che la pungola con affetto, a Oliver, l'affascinante e pragmatico erede che gestisce la residenza.
La pellicola oscilla con intelligenza tra due registri. Da un lato, una commedia sentimentale che innesta momenti di comicità quasi slapstick, forse più immediati per un pubblico americano; dall'altro, un'esplorazione esistenziale più profonda e sfumata, in cui lo spettatore europeo troverà probabilmente maggiore risonanza. È in questo secondo livello che il film tocca le sue corde migliori.
La parabola di Agathe, infatti, si eleva a metafora di un'indecisione generazionale. La sua tendenza a rifugiarsi nelle storie per decifrare – o semplicemente per evadere da – un presente carico di contraddizioni è un tratto distintivo di molti. I due uomini che, quasi senza volerlo, si contendono le sue attenzioni, non sono che catalizzatori di una scelta che è prima di tutto interiore: scegliere di vivere nella realtà anziché limitarsi a narrarla.
Alla fine della visione, emerge una certezza confortante. "Jane Austen ha stravolto la mia vita" ci ricorda che la letteratura, se non può salvarci, può certamente fornirci gli strumenti per interpretare e, infine, colorare il caos delle nostre esistenze. E da qualche parte, varcata la soglia di una libreria, ci sembrerà quasi di scorgere Agathe, ancora in bilico tra le pagine e la vita.