Salta al contenuto principale

Estate 1993

Un film di Carla Simon Pipó

D'estate, in campagna, i giorni sembrano tutti uguali. Ma non l'estate del 1993, non per Frida. Già orfana di padre, all'età di sei anni, quell'estate, Frida perde anche la madre. Dicono per polmonite, ma è AIDS. Lo zio e sua moglie, che hanno già una bambina, la prendono con loro, ma cambiare casa, cambiare genitori, ritrovarsi con una sorella e con una tragedia del genere scritta in fronte non è una cosa semplice. Occorreranno tutti i giorni di quell'estate e tutti gli errori possibili per accettare quel che è stato e abbracciare quello che sarà.

Con David Verdaguer Fermi Reixach Bruna Cusí Paula Blanco Laia Artigas

Produzione: Italia , 2017 , 90min.

Estate 1993 - Trailer Italiano Ufficiale | HD

Carla Simòn, classe 1986, racconta una parte della sua esperienza di vita, la prima estate con la sua nuova famiglia, facendo appello a ricordi e sensazioni. Il risultato ha un andamento episodico che è proprio tanto delle insorgenze della memoria quanto dei racconti di avventura.

E una parte di avventura c'è, non tanto e non solo nei pomeriggi nel bosco dietro casa, nella provincia catalana, quanto nell'avanzare quotidianamente della protagonista lungo un sentiero che non ha scelto e non conosce, che domanda grande coraggio, ad esempio quello di fare nuove amicizie, che a volte rivelano la loro fragilità in un istante (basta una sbucciatura al ginocchio, con un piccolo versamento di sangue, per far urlare le madri del paese e far scappare le coetanee).
Regista e interprete (è davvero straordinaria la piccola Laila Artigas, scovata al termine di un lungo lavoro di casting) riescono a dire tanto senza dire niente, a far accadere moltissimo senza che accada nulla. Quando il lungo silenzio di Frida viene interrotto da un capriccio, da un'idea (telefonare a casa, per non ottenere risposta, o offrire un pacchetto di sigarette alla statuetta della Madonna, per quando vedrà mamma, che senza fumare non sapeva stare) o da un atto di ribellione, per quanto piccolo sia l'atto in sé, fa un rumore grande.

 

Attorno a Frida, si muove, con delicatezza ma senza facili soluzioni, anche un piccolo mondo di adulti, scoperti nella loro impotenza e nelle loro preoccupazioni, che Carla Simòn ritrae con compassione, mentre offrono tutto ciò che possono, ovvero un approdo e una promessa di affetto, che però diventeranno reali solo quando Frida sarà in grado di riconoscerli e, col tempo, di farli propri.
L'aspetto più originale di Estate 1993 è, però, nella sproporzione tra la misura del dramma e quella del film: impossibilitata a raccontare un'elaborazione del lutto che era troppo piccola per vivere in maniera razionale, la regista catalana opta per un onesto e credibile racconto di piccole cose, e tale lo mantiene, senza escalation, finale compreso. Insieme al dolore, si scrive così, nel mentre, anche una storia di grande resilienza e di conquistata quotidianità.